Ciociaria, set del cinema italiano

Ciociaria, set del cinema italiano
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Vittorio De Sica, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni. Basterebbero solo questi nomi per spiegare il legame forte tra la Ciociaria e il cinema.

Tra il Grande Cinema italiano e la Ciociaria c’è un forte legame che passa attraverso i tanti set a cielo aperto e una serie di grandi attori e registi che sono nati in questo territorio come Vittorio De Sica (Sora, 1901), Nino Manfredi (Castro dei Volsci, 1921), Marcello Mastroianni (Fontana Liri, 1924), Gina Lollobrigida (Subiaco, 1927), solo per citare i più noti. Molti i film girati nei paesi ciociari dagli anni ’50 del XX secolo, anche se poi – curiosamente – un capolavoro come “La Ciociara” di Vittorio De Sica (tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia) è stato girato principalmente tra Itri e Fondi, e nel Parco dei Monti Aurunci, in provincia di Latina.
Ma perchè questa grande attrazione per la Ciociaria? Probabilmente perché scrittori, registi, sceneggiatori coglievano in queste ambientazioni un certo provincialismo meridionale, dover poter ambientare le loro storie.
La rappresentazione di “Lazio povero”, fatta di gente onesta e umile, dove però non mancavano soprusi e violenze da parte di pochi ricchi a danno dei più deboli. Padronato e disoccupazione, lotte politiche e rivendicazioni sociali: l’immagine perfetta dell’Italia del dopoguerra secondo l’estetica neorealista. Ma anche un popolo “ …capace di sognare e di creare al punto da darci veri e propri capolavori in ogni campo del mondo dell’arte.” (Angelo Capalbo). Terra ciociara, fatta di borghi medievali, vallate, montagne e latifondi, teatro di tante narrazioni cinematografiche e letterarie.

Partiamo dal capoluogo, Frosinone, quando in un lontano 1958 Vittorio De Sica e Alberto Sordi sono i protagonisti di “Domenica è sempre domenica“. Tra i tanti film ricordiamo “L’armata  Brancaleone” di Mario Monicelli con alcune scene girate a Jenne; “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini girato nella splendida Valle di Comino; “Gli onorevoli” di Sergio Corbucci, in cui Totò interpreta un politico di Roccasecca. Con “Ramon il messicano” (1966)  le zone tra Collepardo e Alatri diventano un affascinante Canyon, ma è negli anni ’70 che la Ciociaria diventa popolare nel cinema. Nino Manfredi – famoso fin lì per il popolare personaggio del “barista di Ceccano” – gira a Fontana LiriPer grazia ricevuta”, un film, con riferimenti autobiografici, che affronta il difficile tema della fede. Non una commedia popolare dunque, ma un’opera che racconta di un’infanzia difficile, di un’educazione religiosa asfissiante, di voglia di libertà e rivoluzione sessuali. Un film che fece clamore ed ebbe un buon successo di critica e pubblico, anche grazie ad un’ottima prova di attore e regista da parte dello stesso Manfredi.
È ancora l’artista ciociaro ad interpretare un film commedia di Dino Risi  “Straziami ma di baci saziami” nel ruolo di Marino Balestrini, barbiere di Alatri che s’innamora della bella operaia marchigiana Marisa Di Giovanni, un grande fotoromanzo comico lo definì Walter Veltroni nel suo “Certi piccoli amori. Dizionario sentimentale di film”. Ad Anagni fu ambientato nel 1983 “State buoni se potete” di Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy: serviva un set per una Roma della metà del cinquecento in cui domina la figura di Filippo Neri alle prese con varie incarnazioni del diavolo (calderaio, una carbonaia, una bella mora, uno scultore e un sarto ecclesiastico), briganti e soldati. Anagni, splendido borgo medievale con le sue piazzette nascoste e una cattedrale gioiello, è un’ottima location di film storici se è vero che Luigi Magni la scelse per alcune scene del suo “In nome del papa re”, ancora con Nino Manfredi.
È il 1989 quando nelle sale esce “Splendor”, un film dolce e delicato con due mostri sacri del cinema italiano: Marcello Mastroianni e Massimo Troisi, diretti da un altro grandissimo regista come Ettore Scola che ha scelto il set di Arpino per le riprese. Un film amaro sulla chiusura di una sala cinematografica per mancanza di pubblico, una metafora sulla vita e sulla nostalgia del passato che però lascia spazio ad un finale di speranza.
Arpino fu vera protagonista, accogliendo tutta la troupe per i due mesi di riprese, con  i camerini allestiti nel Comune, i riflettori puntati sugli scorci più belli della città di Cicerone e tanti arpinati a fare da figuranti.
Immaginiamo lo stupore degli abitanti di Guarcino quando Harvey Keitel e David Bowie attraversano il paese per andare a Campo Catino a girare alcune scene del film di Giovanni VeronesiIl mio West” (1998) con Leonardo Pieraccioni protagonista. Il Grand Hotel Palazzo della Fonte di Fiuggi è la splendida location del film di Roberto AndòLe confessioni” (2016) con un cast del calibro di Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Daniel Auteuil. Hotel di pregio, vicino a Roma e immerso in un grande parco, il Palazzo della Fonte di Fiuggi, viene spesso utilizzato come location ideale anche per spot pubblicitari di grandi brand. L’ultimo della serie? Jude Law protagonista del nuovo spot della Lexus RX.

Andrea Giorgilli