Luca Terenzi, dagli insegnamenti dei nonni all’ amore per la terra

Luca Terenzi, dagli insegnamenti dei nonni all’ amore per la terra
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Mi  rendo conto che, molto più di prima, faccio caso al territorio che attraverso e visto che è un territorio che si snoda tra vigneti e uliveti faccio caso alle persone che lavorano nei campi e mi fermo a riflettere che, guardando in maniera superficiale, si può affermare che siano fortunati, fanno un lavoro all’aria aperta, stanno tutto il giorno in mezzo alla natura, ma poi riflettendo più a fondo realizzo che la natura può essere davvero nemica, si…nemica. Stanotte il termometro segnava -2°C e tira un bel vento freddo, ma fino a pochi giorni fa faceva una temperatura primaverile piacevole, e le piante tiravano già fuori gemme ed in alcuni casi fioriture, “e adesso con il freddo cosa succede?” è questa la domanda che mi pongo e decido di chiamare Luca Terenzi,  giovane titolare di una azienda agricola che produce olio a Serrone.

Luca, ci potrebbero essere danni da questo freddo, che viene dopo un periodo molto tiepido?
“Nella nostra zona in realtà, non siamo al sicuro fin dopo Pasqua, c’è sempre la possibilità di gelate notturne che potrebbero rovinare il raccolto dell’annata, ma potrebbero creare danni alle piante anche per le annate successive”.

“…ci aiuterebbe molto se non ci fossero terreni abbandonati che diventano veicolo di parassiti o malattie, ma è difficile convincere i proprietari a darli in affitto e quindi eliminare il problema”

Le gelate, la mosca olearia,  gli altri parassiti o altre malattie delle piante, quindi siete sempre in allerta, una sorta di guerra che combattete ogni giorno?
“Certo, se si coltiva la terra gli elementi atmosferici sono importantissimi, e su quelli possiamo poco, ma abbiamo modo di difenderci dai parassiti e dalle altre malattie delle piante anche se abbiamo una coltivazione biologica riconosciuta, come quella della mia azienda; certo ci aiuterebbe molto se non ci fossero terreni abbandonati che diventano veicolo di parassiti o malattie, ma è difficile farlo capire o convincere i proprietari a darli in affitto e quindi eliminare il problema”.

“Abbiamo una coltivazione biologica riconosciuta: 20 ettari su cui dimorano Rosciola, Moraiolo, Leccino, Frantoio e Pendolino.”

Parli di terreni in affitto, tu ne hai? E quanti ettari di terreno ad uliveto coltivi, con quali cultivar?
“Si ho dei terreni affidati, e dei terreni di proprietà, in totale circa 20 ettari, su cui dimorano Rosciola, Moraiolo, Leccino, Frantoio e Pendolino.”

Le produzioni di olio della tua azienda sono due, una monocultivar di Rosciola ed una di Moraiolo, col resto cosa fai?
“Produco MEMMA che è un olio Monocultivar da Rosciola dedicata alla mia nonna materna in quanto questa oliva è quella maggiormente presente nella zona e come frutto di questa nostra madre terra l’ho voluto dedicare alla mamma della mia mamma. Un olio fruttato che regala note di pomodoro ed erba fresca, leggermente sbilanciato verso il piccante, è ottimo sul pesce e sulle verdure.

“Abbiamo due produzioni di olio: monocultivar di Rosciola e monocultivar di Moraiolo. Il resto viene conferito al frantoio di Paliano, dove lavoro le mie olive ”

CAPOCCIONE è un olio Monocultivar da Moraiolo dedicato al mio nonno materno, è un olio deciso, forte, testardo come il mio buon nonno che mi ha insegnato il lavoro negli ulivi, in questo caso abbiamo un olio che ha sentori di pomodoro ed erbe di campo con tendenza all’amaro più che al piccante e che si abbina bene alla carne oltre che a sughi elaborati. Il resto viene invece conferito al frantoio di Paliano, dove lavoro le mie olive. Sto pensando anche di realizzare per le prossime stagioni un blend, ma è presto per parlarne”.

Ti faccio la stessa domanda che ho fatto ad un tuo giovane collega qualche tempo fa, che ne pensi di chi vuole l’olio fatto con la macina a pietra?
“La tecnologia va avanti e studiando approfonditamente le caratteristiche dell’olio si è ormai coscienti che meno ossigeno entra nella lavorazione più le proprietà dell’olio rimangono intatte, quindi sicuramente meglio i frantoi di ultima generazione che le vecchie macine, quelle le teniamo per fare turismo“.

“Noi produttori abbiamo il dovere di spiegare come riconoscere un olio di qualità. Come degustarlo in modo corretto, e quali benefici apporta sia come nutrimento che come cura per il corpo”

Le persone, secondo te, si stanno avvicinando all’olio di qualità?
“Il lavoro di noi piccoli produttori è proprio quello di far conoscere le differenze fra un prodotto di qualità e non. Credo che per far ciò bisogna insistere sul farlo degustare e spiegarne anche le differenze salutistiche perché molti ignorano alcuni particolari che fanno si che un vero olio evo sia un nutraceutico, cioè un alimento che da sia nutrimento che cura per il corpo”.

Ci dai tutti i riferimenti per poter entrare in contatto con te e poter conoscere i tuoi prodotti?
“Certo, la email: s.lucaterenzi@gmail.com ; Facebook: Azienda Agricola Luca Terenzi ; Instagram: @biolucaterenzi ; Cellulare: 3334840188″.

Saluto Luca augurandogli che le gelate di questi giorni facciano pochi danni e tengo le dita incrociate per tutti quelli che fanno questo splendido e difficilissimo lavoro.

Anna Maria Di Carlo